Un pomeriggio piovoso di febbraio, un lunedì con tutta la
settimana ancora da affrontare trascino il mio corpo e i miei pensieri a
lavoro, pensieri oscillanti tra presente e futuro così incerti. Entro nella
sala d’aspetto, saluto le segretarie, mi dirigo verso la mia stanza e vi entro
senza guardarmi intorno ma so che due persone mi stanno aspettando, di sfuggita
vedo solo le loro sagome sedute vicino alla porta.
Sono solo a metà della giornata e sono già così stanca che
ho bisogno di almeno cinque minuti prima di ricominciare, cinque minuti per me….
io e i miei pensieri nel silenzio dello studio. Ok, dai, Cri, è ora…..mi alzo,
apro la porta e per la prima volta soffermo il mio sguardo sulle quelle due
persone che avrebbero dovuto essere due estranei ed invece, all’improvviso, mi trovo
davanti la mia infanzia/adolescenza. Per un istante il cuore si ferma, non
riesco a respirare e quasi immediatamente parliamo di te…….ci abbandoniamo ai
ricordi di un tempo lontano che non tornerà più, un tempo dove eravamo felici
(o forse così ci vedevo con gli occhi di bambina). E il ricordo di chi
"non c'è più", di chi non è più nemmeno l'ombra della donna che era
ci rammenta quanto siamo fragili e impotenti davanti ad un destino spietato che
decide per noi senza possibilità di appello. Cosa ci resta allora? Cosa
possiamo fare adesso?....Nient'altro che guardarci negli occhi, che nel
frattempo si sono fatti lucidi, e abbracciarci stretti con l'affetto che il
tempo non ha scalfito e mai lo farà.
E’ quasi sera, guido verso casa e ti penso. Nella testa
tanti perché…… perché con la mia nascita e la mia presenza non sono stata
capace di donarti la gioia di vivere e di lottare, perché il destino, dopo
tutta la sofferenza, ha voluto questo per te, perché non riesci a comprendere
che ho ancora bisogno di te, di quell’abbraccio mai dato, di quel sorriso tanto
atteso…..perché mi sento così tanto in colpa, perché…….
Non ho mai pensato di abbandonarti e mai non lo farò ma ho
dovuto fare delle scelte difficili e dolorose, è stato necessario prendere la
dovuta distanza per non farmi trascinare in un baratro da cui sono certa non
avrei fatto ritorno. Spero tu possa un giorno perdonarmi. La donna che un tempo
mi ha insegnato ad ascoltare la musica con il cuore, a non giudicare né
discriminare gli altri, ad amare e a accogliere chi mi stava chiedendo aiuto e
conforto, quella donna sarebbe riuscita a perdonarmi……chissà se nel profondo
del suo cuore riuscirà a farlo anche adesso.
Cri