Lo faccio parlandovi di un libro concluso alcuni mesi fa: La storia di Elsa Morante.
Molti di voi lo avranno letto alle superiori o comunque molto prima di me, io invece ho incontrato questo capolavoro solo lo scorso anno.
Ambientato nella Roma della seconda guerra mondiale e dell'immediato dopoguerra, vengono descritti gli eventi di quegli anni vissuti con gli occhi dei protagonisti che, tra stenti, disperazione e dolore, vivono un'esperienza che nessuno mai dovrebbe provare.
Che dire?
Parto dalle poche note negative. Ho trovato il testo troppo lungo e dispersivo in alcune parti, mi riferisco soprattutto agli ultimi anni, il 1946 e ’47. Talvolta, qui, ho fatto fatica ad andare avanti, cosa che nei precedenti capitoli non mi era successo ma per il resto mi ha veramente appassionato.
Altre volte mi sono emozionata leggendo un libro ma mai, proprio mai, mi è capitato di dovermi fermare perché le lacrime scendevano così tanto da non permettermi di continuare. E’ quello che mi è successo negli ultimi attimi, quando Ida torna a casa.
Ho trovato unico il modo di descrivere della Morante, la sua capacità di farmi percepire, di farmi vivere emozioni, pensieri, paure, angosce dei protagonisti.
Ida, Useppe e Bella ….tre personaggi che ho sentito, vissuto e amato.
"Non potranno mai più separarci, in questo mondo"
Cri
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